STORIA DEL PALIO DELLE CONTRADE - fucecchio in provincia di firenze - toscana - italia

Vai ai contenuti

Menu principale:

PALIO DI FUCECCHIO
IL PALIO
LA SUA STORIA
Ogni anno a Fucecchio, si corre il Palio delle Contrade. Questa importantissima quanto antica manifestazione è nata come rievocazione di una Contesa tenutasi a Fucecchio intorno all'anno 1200.
L'ultimo Palio, secondo i documenti che si trovano tutt'oggi nell'archivio storico locale, fu disputato il 14 Giugno del 1863, da allora avvenne il definitivo seppellimento della Giostra fino ad arrivare ai giorni nostri, allorché le dodici Contrade danno vita nella Buca a questa antichissima disfida.
Dalla sua rinascita si è assistito ad un continuo crescendo di entusiasmo ed interesse, tanto da rivestire un ruolo primario nella vita quotidiana di ciascun fucecchiese e nelle manifestazioni storiche della Toscana.
Alla sua affermazione e notorietà ha contribuito in maniera innegabile la Sfilata Storica che, con i suoi 1200 figuranti in abiti medievali, vale da sola una visita a Fucecchio nel giorno del Palio.
La corsa invece è l’atto principale del Palio, tutti i migliori fantini del Palio di Siena hanno corso nella "Buca" per aggiudicarsi l'ambito Cencio. Naturalmente il giorno in cui si corre il Palio è solamente uno, ma non per i fucecchiesi, per i quali la parola Palio vuol dire vita di Contrada, che dura tutto l'anno.
Il Palio è un'insieme di sentimenti: è passione, è gioia, è dolore, è una droga che ti scorre nelle vene, che ti rende incapace di vedere ed accettare la realtà nella sua dimensione reale, è una febbre costante che sale vertiginosamente.

La SETTIMANA PALIESCA inizia con la Presentazione del Cencio che verrà conteso nella Buca.

La sera successiva il programma prevede la "Tratta", ovvero l'assegnazione dei cavalli alle Contrade tramite sorteggio, un' appuntamento da non perdere assolutamente dove il destino del Palio, per ciascuna Contrada passa da lì, una serata in cui trepidano i cuori, in cui la fanno da padrone scongiuri e preghiere, dove i contradaioli sono tutti riuniti sotto i colori della propria bandiera, pregando che la sorte non gli sia avversa, e con la speranza che la propria Contrada venga baciata dalla fortuna facendogli toccare in sorte un buon cavallo, mentre alla Contrada nemica vada in sorte un "cavalluccio", cioè un cavallo che non gode dei favori del pronostico.
Poi, dopo il sorteggio, nelle Contrade baciate dalla fortuna c'è aria di festa e lacrime di gioia, mentre nelle altre c'è rabbia, sconforto, e scetticismo sulle probabilità di vittoria. Nei due giorni successivi vengono svolte nella "Buca", le prove pre-Palio.
Si arriva così al giorno della Vigilia, considerato da molti il giorno più bello, più magico, quello dell'attesa spasmodica, che inizia al mattino con la cerimonia di Presentazione dei Fantini, i quali alla presenza del Sindaco e dei rappresentanti del C. di A. del Palio, ufficializzano con le loro firme le "monte" per le rispettive Contrade che li hanno ingaggiati. Durante il pomeriggio ciascuna Contrada nella propria Chiesa, celebra la Benedizione del cavallo e del fantino. Alla sera, ogni contradaiolo è presente alla Cena della Vigilia, che si tiene in strada davanti alla sede di Contrada.
E’ uno scenario unico, tavolate lunghissime allestite e addobbate con i colori ufficiali, c'è aria di festa ovunque, è un'atmosfera magica, tutti cantano per scaricare la tensione e la paura, cercando di motivare il più possibile il proprio fantino, e brindano invocando la vittoria; una serata sensazionale che prosegue fino a notte fonda con canti e balli, e che ci introduce così nel giorno più lungo, il giorno più atteso, quello del Palio.

E’ proprio un giorno da non perdere fin dal mattino, allorché prende vita fra le vie del centro la Sfilata Storica, una cosa veramente entusiasmante per la moltitudine dei colori, per la bellezza dei figuranti, ma soprattutto degli abiti in stile medioevale, creati ad arte dalle sarte di Contrada su tessuti pregiati e ricamati scrupolosamente nei minimi particolari.
La Sfilata termina nel centro storico, nell'antica Piazza Grande, oggi Piazza Vittorio Veneto, dove in uno scenario alquanto suggestivo, viene celebrata sulla scalinata della Collegiata, la cerimonia di Benedizione del Popolo, durante la quale il Sindaco affida al Capitano del Popolo, il Cencio che dovrà custodire fino al momento in cui ne verrà fatta consegna alla Contrada vincitrice.
Nelle ore successive nelle varie sedi di Contrada vengono apparecchiate nuovamente le tavole per il pranzo prima della grande battaglia, il tutto avviene in un'atmosfera di ansietà, di paura, di speranza, dove la tensione, l'adrenalina sono ormai altissime a tal punto da fare andar via anche l'appetito, ma nonostante tutto questo sono ancora gli inni di Contrada cantati ad alta voce dai contradaioli che la fanno da padrone, e che ci introducono alle ore successive, le ore interminabili al cardiopalma che si consumeranno nella "Buca".
Siamo così alla resa dei conti, al verdetto crudele che verrà dato dalla "Buca", che farà conoscere il nome della Contrada che potrà portare fra le mura amiche l'ambito Cencio.

L'ovale della Buca è incorniciato da una tavolozza di colori, che distinguono i settori delle varie Contrade.
Quanto soffra il contradaiolo in quelle ore è impressionante, a dirlo basterà il fatto che in quegli istanti in cui i cavalli fanno il loro ingresso fra i canapi, molti di loro non ce la fanno nemmeno a guardare la partenza, tengono gli occhi chiusi, si stringono l'uni agli altri, si inchinano sulle ginocchia tremolanti e con le lacrime agli occhi piene di tensione. L'intera Buca è tutta rivolta verso i due canapi, verso la "mossa", la corsa è brevissima ma interminabile allo stesso tempo, i cavalli montati a pelo dai fantini devono percorrere tre giri di pista. Quel minuto tanto atteso, preparato, immaginato, sognato per un anno da un'intera città, esplode poi con furore liberatorio.
Quando il cavallo di "rincorsa" entra tra i canapi la mossa è "buona", e i cavalli partono come fossero una cometa variopinta, il loro furioso galoppo lo si sente sotto i piedi, ma non lo si ode perché viene sommerso da un'impressionante urlio che dura incessantemente per tutta la corsa. Una corsa potente e segreta che porta con se i sogni dei contradaioli.
Una sola Contrada uscirà dalla Buca a testa alta, per gli altri, gli sconfitti non ci saranno posti d'onore ma solo lacrime di disperazione perché quel sogno tanto atteso è svanito ancora una volta.
Pochi secondi e tutto è compiuto, l'invasione di pista da parte della Contrada vincitrice è totale, attimi indimenticabili per chi li vive, verso quel premio tanto agognato che rappresenta la Vittoria, il Cencio.
LA SFILATA
La sfilata o corteggio storico, si svolge la mattina (ore 9,30) partenza da Piazza Aldo Moro, e percorre, con circa 1200 figuranti in costume, le principali strade del paese.

Ogni Contrada propone la rievocazione di un momento della storia di Fucecchio con sfoggio di magnifici costumi all'insegna di un ricostruzione il più fedele possibile del passato.
L'ordine di sfilata viene sorteggiato tranne che per la prima contrada che è la vincitrice del Palio dell'anno precedente.
Il corteggio è chiuso da un gruppo di 12 figuranti (uno per contrada) che accompagnano il "CENCIO".

LA CORSA
La corsa dei cavalli si svolge nel pomeriggio (ore 16) nell'area verde di Viale Fratelli Rosselli, dove è stata realizzata una pista ad anello in terra battuta denominata "la buca" .

I fantini montano i cavalli a pelo e la partenza è decisa dal mossiere che, una volta chiamati i cavalli all'interno di due canapi, sgancia il primo consentendo ai fantini di iniziare la corsa.
La posizione dei fantini fra i canapi sia nelle batterie sia nella finale è deciso per estrazione.
La gara si articola in due batterie di qualificazione e la finale. Ad ogni batteria di qualificazione partecipano sei contrade, le prime quattro passano alla finale. Finale con otto cavalli spronati al massimo.

Tutti i migliori fantini di Siena hanno cavalcato nella "Buca", due nomi per tutti: ACETO, per il passato, e il PES per il presente.
Ad ogni partenza un rumore infernale di 15.000 persone che gridano, incitano e fischiano.
E dopo la finale undici contrade pensano gia a come sarà bella la rivincita al prossimo palio; una festeggia fino a tarda notte.


foto di G. Pierozzi

Torna ai contenuti | Torna al menu